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Commodities 2 Maggio 2011. Qualche materia prima ha smesso di salire

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A differenza di quanto avevo immaginato, il dollaro non ha assolutamente rimbalzato, ma anzi e’ stato affossato dopo che Bernanke ha ribadito che la FED continuera’ con il QE2 e che continuera’ a sostenere l’economia americana con l’obiettivo principale, non tanto nascosto, di ridurre la disoccupazione. Il dollaro sembra destinato a crollare sotto i colpi della stampante di zio Ben, questo sembra essere il messaggio che i mercati hanno chiaramente esposto.

L’altra dichiarazione che mi ha colpito del discorso di Bernanke, e’ stata quella riguardante l’inflazione delle materie prime, che il presidente della FED ritiene temporanea e dovuta a fattori eccezionali. Nonostante sia un po’ scettico su questa affermazione, bisogna riconoscere che in effetti qualche materia prima ha cominciato a rallentare, in particolare, il cotone ha perso il 17% dal record assoluto di questo inverno, lo zucchero il 34% e addirittura il rame e’ passato in negativo per il 2011 (dati presi da questo articolo del WSJ ). Purtroppo, come fa notare anche l’articolo citato, il petrolio e gli agricoli non accennano a diminuire, anche se la settimana scorsa il settore degli agricoli e’ stato colpito dalle vendite sui rumours che un grosso fondo speculativo stesse liquidando le sue posizioni sugli agricoli (fonti dal pit mi hanno detto Soros).

Queste notizie vanno sempre prese con la giusta dose di scetticismo, ma fatto sta che potremmo essere davvero vicini alla fine della corsa come si auspica Bernanke. Comunque, secondo il mio parere, all’avvicinarsi della conclusione del QE2 i mercati potrebbero prendersi una pausa, in vista dell’incertezza su come reagira’ le’conomia americana; sara’ in grado di camminare da sola? Guarda caso proprio quando la FED smette di stampare dollari potremmo assistere ad una correzione dei prezzi delle commodities.

Gli indici delle commodities sovrappesano il petrolio, e non potrebbe essere altrimenti vista l’importanza di questa materia prima per lo sviluppo economico globale. In effetti, come possiamo vedere dal grafico il CRB index ha fatto registrare un nuovo massimo da quasi tre anni chiudendo la settimana nonche’ il mese di Aprile leggermente sopra i 370. Certo bisogna considerare l’effetto “fine del mese”, ovvero i fondi solo long tentano di tirare su i prezzi delle commodities che detengono in portafoglio almeno fino al settlement dell’ultima giornata di contrattazione del mese. In questo modo tentano di spingere il valore del proprio portafoglio il piu’ in alto possibile per mettere a referto una performance migliore. Il valore dei future e delle opzioni in portafoglio e’ infatti  mark-to-market alla fine di ogni giornata di contrattazione el’utlimo giorno del mese non e’ raro assistere al rally delle commodities e cosi’ e’ stato anche venerdi scorso.

Il CRB index, graficamente, sembrerebbe impostato per una continuazione della salita, nonostante che gli oscillatori segnalino un forte ipercomprato gia’ da tempo. Gli indicatori di momentum segnalano ancora uptrend anche se la forza della spinta sembra essere in rallentamento. A mio parere c’e’ ancora spazio per salire fino a 380 prima della fine di Maggio, il target annuale dei 400 potrebbe arrivare anche prima della fine del primo semestre, soprattutto se il dollaro dovesse continuare a perdere terreno.  Una prima conferma di una potenziale inversione del trend potrebbe essere un chiusura settimanal sotto i 350. Ma finche si rimane sopra i 300, io rimango bullish nel lungo termine.

CRB Index settimanale

Nei prossimi giorni prometto di mettere almeno un aggiornamento per gli energetici e magari sul super silver. Riguardo a quest’ultimo fate molta attenzione a usare il future visto che sta facendo variazioni da 5000$ al giorno. Meglio usare le opzioni o gli etc. Io comincio a pensare che potrebbe valere la pena tentare uno short. Ma attendo qualche segnale in piu’. Nel lungo periodo penso pero’ che sia l’argento che l’oro abbiano ancora un po’ di strada da fare, e saro’ pronto a rimettermi long se dovesse scendere troppo.

Giusto un breve aggiornamento sul gas naturale che mi ha decisamente sorpreso con questo rimbalzone, andato ampiamente oltre i miei target. In effetti, dopo aver chiuso i long aperti a fine febbraio, mi ero messo short a partire gia’ da 4300 e sono stato servito per benino.  Quindi dopo il loss mi metto in attesa per trovare un nuovo punto per shortare, 4800 sembra essere nel mirino e, a questo punto, non escluderei nemmeno i 4900. Ma sopra non credo proprio, almeno per ora. Rimango dell’idea che sia salito troppo in fretta, anche se indagando tra le notizie fondamentali si potrebbe intuire che forse, ripeto forse, qualcosa e’ cambiato.

Di sicuro la super offerta si e’ improvvisamente volatilizzata, secondo Baker Hughes i rigs sono 76 in meno dello scorso anno, non pochi, mentre le scorte sono scese sotto i livelli della media dei 5 anni anche se, secondo l’ultimo rapporto dell’EIA, nelle aree di produzione dove si trova Henry Hub le scorte sono ancora superiori del 17,7% alla media dei cinque anni.

Pare che a sostenere i prezzi delle ultime settimane sia stata la manutenzione programmata delle centrali nucleari (ben 29 erano ferme nell’ultima settimana), accompagnata da temperature sopra la media per tutto il sud degli Stati Uniti, in particolare Texas e Louisiana, proprio gli stati che influenzano di piu’ il prezzo del gas naturale a Henry Hub. Gli Stati Uniti sono degli incredibili consumatori di aria condizionata, sopra i 70 gradi farenheit non si deve mai salire, ovviamente d’estate, perche’ d’inverno i riscaldamenti possono essere anche settati per andare sopra i 70. Ma lasciamo perdere la questione del risparmio energetico, dove gli americani forse non sono i piu’ bravi.

Comunque, per fare aria fredda e’ necessario attivare i condizionatori e questi consumano elettricita’. Senza l’energia nucleare le prime centrali a partire sono state quelle a gas naturale. Come sempre il gas naturale e’ il combustibile piu’ utilizzato per i picchi di domanda elettrica. Le turbine a gas sono veloci da mettere in moto e hanno costi di attivazione molto bassi. Con la domanda elettrica sottostimata e con ancora un po’ di domanda per il riscaldamento nel Midwest (a Chicago siamo dentro un inverno infinito) ecco che l’offerta esagerata di gas che era presente fino a un mese fa e’ sparita di botto facendo salire i prezzi a livelli elevati.

Mi aspetterei che sopra 4500 si ricominci ad aprire i pozzi ed in effetti l’ultimo rapporto Baker Hughes ha mostrato +4 rigs di gas naturale negli USA. Ma qualcosa sembra essere cambiato per il gas naturale e forse abbiamo trovato un primo supporto molto importante in area 4000. Mi aspetto che questo livello tenga per tutta l’estate, anche se con il gas naturale non si puo’ mai dire, visto che in piena primavera ce lo troviamo quasi sui massimi annuali.

Molta attenzione con la “bestia” e buon trading.


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